27 Gennaio giorno della memoria.
Come ogni anno, in questa giornata, non posso non fermarmi a riflettere.
L’orrore collettivo che alcune persone seppero sviluppare, nutrendo la paura nelle persone ed utilizzando il terrore per avere obbedienza non può essere dimenticato, perché quanto accade, nei cilci e ricicli della storia può tornare.
Proprio oggi alla scuola per diventare Rebirther dell’Essere ho tenuto la lezione sulla paura. Riconoscerla dentro di noi è fondamentale, sapere com’è, da dove viene è di estrema importanza.
Essa è un ospite scomodo, che però abita ciascuno di noi, e se non abbiamo la capacità di riconoscerla e di sapere che la forza della vita di cui ogni persona è espressione, è molto più grande di lei, e può contenerla, allora viene negata rimossa, diventa un’ombra che non è possibile sentire e riconoscere dentro di sé e così si vuole buttarla fuori attribuendola ad elementi esterni, che diventano innocenti ed inconsapevoli schermi proiettivi su cui si riflette tutta la paura che ciascuno ha dentro, e verso questo elemento si sviluppa disprezzo, negazione e volontà di annientamento.
Ma come colui che cerca di ripulire la macchia che ha sul volto lavando lo specchio su cui si riflette, chi adotta quel metodo è in errore, la strategia risolutiva non funziona, e la rabbia cresce ulteriormente, e la furia monta, e qualcuno è colpito a morte e non si capisce il perché, e le ferite aumentano, e il dolore si moltiplica, la morte , la tragedia, lo shock collettivo si manifestano.
Lo spostamento da dentro a fuori dell’attenzione diviene destino e tragedia storica.
Ecco perché penso che il lavoro interiore che condividiamo all’Istituto la Rinascita dell’Essere, abbia un fortissimo valore sociale, perché è solo innalzando le coscienze individuali e cambiando la qualità dei soggetti uno ad uno che muta il collettivo.
In caso contrario cambiano i volti, i simboli ma le dinamiche restano invariate.
In questo tempo abbiamo disperatamente bisogno di risveglio interiore e maturità.
Le condizioni mutano, le regioni del mondo che erano centrali nel capitalismo diventano periferiche e viceversa, la meccanizzazione cancella interi settori di impiego, tutto va talmente veloce con la tecnologia che quando oggi è all’avanguardia, domani è già obsoleto. Cambiamo i ruoli sociali e se non abbiamo una grande stabilità interiore è facile sentirsi persi .
In tutto questo, se siamo inconsapevoli, dobbiamo trovare qualcuno da incolpare per il nostro senso di inquietudine, ed ecco che arriva l’altro, il diverso da me per credenze, etnia, colore della pelle…lo percepisco diverso, posso non vedere la sua umanità, posso permettermi di non essere empatico, è colpa sua, va annichilito!
Dice Jung “ Ogni individuo fa ciò che fanno le nazioni, e fin quando lo fa l’individuo lo fanno anche le nazioni” in questa frase si riassume l’importanza che ritengo abbia il lavoro di consapevolezza ed è questo il motivo per cui non vedo un confine fra il mio impegno politico e quello nell’ambito della crescita personale: entrambi possono creare quella rivoluzione che cambia i destini, ma se non si parte da se stessi, per espandersi alle proprie relazioni risanandole, difficilmente si potrà dare un contributo positivo ed evolutivo al mondo.
Dice Platone in Repubblica 473d “Se nella città quelli che ora sono detti re e sovrani non praticheranno la filosofia in modo genuino e adeguato, e potere politico e filosofia non verranno a coincidere, con la necessaria esclusione di quelli che in gran numero ora si dedicano separatamente all’una o all’altra attività, le città non avranno tregua dai mali”
Io penso che questa sia una grande verità sempiterna, tanto più se consideriamo che in Platone, filosofo è colui che ama il sapere non come accumulo di nozioni, ma come ricerca della verità che parte del più grande mistero, quello che siamo noi per noi stessi, ben riassunto dal monito “Conosci te stesso” che la Pizia diede al suo maestro Socrate e che sarà origine del suo filosofare.
La pace nel mondo inizia nel cuore di ogni persona dicono i nativi d’America. Conoscere noi stessi e risanare i conflitti interiori credo siano i due elemento base per iniziare un vero processo di risanamento del collettivo.
E come non riflettere sul moniti di Bauman?
“Una volta abbattutasi sul mondo degli uomini, la paura si alimenta da sola, acquisisce una sua logica di sviluppo, cresce e si diffonde – in modo inarrestabile – senza quasi bisogno di cure, di ulteriori apporti. Per usare le parole del sociologo David L. Altheide, la condizione peggiore non è la paura del pericolo, ma piuttosto quello in cui questa paura può trasformarsi, ciò che può diventare. La paura ci spinge a un atteggiamento difensivo. Una volta assunto, esso dà immediatezza e concretezza alla paura. Sono le nostre reazioni che trasformano gli oscuri presagi in realtà quotidiane, facendo diventare carne la parola. La paura ormai ci è entrata dentro, saturando le nostre abitudini quotidiane: non ha quasi più bisogno di altri stimoli dall’esterno, bastano le azioni che ci spinge a compiere giorno dopo giorno a fornire tutta la motivazione e tutta l’energia di cui ha bisogno per riprodursi”.(Da Il demone della paura)
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2019