come le ho superate con la pratica della riconciliazione stalking, mobbing e ingiustizie

Inviato da:

 

Lo scorso 12 giugno si sono tenute delle consultazioni elettorali nel paese nel quale da sempre vivo e che ha dato i natali a me, a mia madre e i miei nonni prima di lei.

Questo luogo è stato funestato dall’intervento di una serie di predatori che in vari ruoli e tempi, hanno pensato al vantaggio personale e ad arricchirsi, a spese del territorio, della struttura urbanistica, finanche della salute degli abitanti.

Ingiustizia, iniquità e impunità sono elementi che la fanno da padrone.

L’ambiente ne porta le ferite. Basta fare un giro per la cittadina per vederne la struttura urbanistica frutto di sfruttamento, lavori pubblici fatti con materiali a risparmio per cui le opere si trovano in uno stato di degrado anche quanto sono state realizzate da poco.

Per un po’ di anni mi sono impegnata nella politica locale profondendo il mio impegno per fare in modo che tutte le ingiustizie potessero essere sanate.

Sappiamo molto bene che quando si porta una luce in un posto buio, l’oscurità soccombe e basta la luce di un fiammifero per annientare il buio totale; così il buio per poter sopravvivere deve eliminare la luce con tutte le sue forze.

La mia storia non fa eccezione.

Il mio impegno civico mi è fruttato quattro anni di atti persecutori a mio danno (agiti da qualcunon le mie azioni per la legalità hanno privato dei suoi  privilegi) e  l’ostracismo da una Giunta con idee molto diverse delle mie, in materia di comportamenti moralmente ineccepibili per chi occupa un ruolo di rappresentanza dello stato.

Inoltre, avendo i miei oppositori, utilizzato i mezzi dell’amministrazione comunale per diffondere la loro narrativa degli eventi e proprio perché il paese è immerso in un contesto dove la cultura dell’ “amico” la fa da padrone, la mia voce è stata ascoltata ma è risultata più flebile.

Il sistema giudiziario poi, lo sappiamo è più che imperfetto, per cui ad azioni non corrispondono risposte adeguate, certo non in tempi brevi e tutto va secondo un ordine molto diverso rispetto a quello della causa ed effetto.

Se non ne cogliamo la teleologia ne restiamo schiacciati.

Se coltiviamo, in una situazione così, rabbia per l’ingiustizia subita ci corrodiamo, ci ammaliamo a livello emotivo e non lo escludo, anche fisico.

Qual’è allora la via d’uscita?

Accogliere l’esperienza considerandola un aspetto del piano divino per il nostro processo evolutivo. Occupare al meglio il nostro posto nel tutto e coglierne gli aspetti trasformativi delle nostre parti ombra. 

Chiedersi qual’è l’insegnamento di questo evento, quale parte di me mi porta a risanare?

Esprimere gratitudine a ciascun evento a cui la vita ci espone, anche se non è ciò che avremmo voluto, ma fidarci e restare nella credenza che sia la miglior cosa che potesse accaderci in questo momento; solo così, anche una sconfitta può rivelarsi una benedizione, purché non cerchiamo le risposte nella logica tradizionale e nel riconoscimento esterno e mondano.

Mi viene in mente un esempio grandissimo da questo punto di vista, quello di Gesù che prima di affrontare tutto il patimento della croce chiede al divino (in qualsiasi forma intendiamo concepirlo), “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia ma la tua volontà”.

È questa totale resa agli eventi così, come essi ci vengono portati dalla vita che ci permette di lasciar andare ogni attaccamento a ciò che vorremmo che accada, per essere fedeli a ciò che sta accadendo e in questa resa troviamo il dono più grande: la consapevolezza di chi siamo, del nostro ruolo nel tutto e dell’unicità della missione della nostra anima oltre lo svolgersi dei singoli eventi, in un processo che tutti li trascende.

Questo è stato l’atteggiamento con cui io ho gestito questa fase complessa della mia vita a causa degli eventi che si sono creati nel mio impegno politico-amministrativo.

Attraverso questo processo interiore io mi sento migliorata, rafforzata e risanata, ogni malanimo è dissolto, ogni emozione negativa dispersa e la consapevolezza di chi sono, qual’è il mio posto nel tutto e la mia autostima, sono elementi che diventano sempre più solidi così come il mio forte gancio alla mia voce interiore che mi orienta sempre verso il bene più alto di tutti.

0
  Articoli Collegati
  • No related posts found.

Aggiungi un commento