Rebirthing dell’Essere: lezione introduttiva – VIDEO
Cos’è il Rebirthing dell’Essere?
Il Rebirthing dell’Essere è l’evoluzione che ho impresso al Rebirthing, per modernizzarlo ed adeguarlo alle nuove tecniche di crescita personale emerse e da ciò che negli anni ho praticato, letto conosciuto, ed alla nuova vibrazione collettiva di ricerca di sé che ci porta sempre più da un’approccio investigativo e catartico, ad uno basato sulla capacità di riconoscere la realtà, il mondo e noi stessi per come siamo, imparando a vivere in armonia con tutto ciò, oltre che per imprimervi tutta la mia essenza che include una serie di elementi che ben si armonizzano al rebirthing, e che costutituiscono il risultato della mia ventennale ricerca personale, in esso vi è, la maggiore espressione della mia rielaborazione di un metodo in cui ho integrato altre mie esperienze, conferendo ad esso un maggior spessore ed una nuova qualità.
Uno spostamento, insomma dal processo di ricerca dal “mi metto in discussione per diventare come vorrei e dovrei essere” allo ” sviluppo le mie eccellenze riconoscendomi e riconoscendo la ricchezza di chi sono, e trovando il mio posto per manifestarmi appieno, imparo a rilassarmi nella mia energia, nella mia storia, nel mio contesto, come base di partenza per lo sviluppo della mia eccellenza”.
La storia
Il Rebirthing è una tecnica di crescita personale che si basa sul respiro consapevole e circolare.
Nasce negli anni ’70, periodo caratterizzato da esperienze forti e catartiche. A quel tempo infatti, veniva considerata fonte di benessere il “tirar fuori”, portando al livello di coscienza il represso, in contesti di esperienze forti e fuori dagli schemi,e con uno sguardo rivolto alle esperienze spirituali dell’oriente, ed il rebirthing della prima ora si modella su questa spinta ed è frutto del contesto del tempo.
Negli anni ’80 viene inserito l’elemento dell’integrazione ad opera di Phil Laut,( la tecnica prende il nome di vivation), ossia un processo di metabolizzazione per ripristinare l’ordine e l’equilibrio dopo la catarsi. L’evoluzione che ho portato nel Rebirthing è stata quella di farne un metodo utile all’inclusione e riconciliazione con parti di noi, del mondo e della vita giudicate come negative e sbagliate.
Dunque il passaggio dal Rebirthing al vivation (o Rebirthing integrativo), segna il passaggio dalla pura catarsi all’integrazione, mentre quello dal vivation al Rebirthing dell’Essere segna il passaggio dell’integrazione all’inclusione e riconciliazione.
I padri fondatori ed i contesti storici
Il Rebirthing nasce dalla consapevolezza che l’americano Leonard Orr ebbe, andando in India negli anni ’70. Quel periodo, posteriore al boom economico ed al bisogno di certezze materiali del secondo dopo guerra, vede la presa di coscienza di molti che desiderano rompere le catene del perbenismo, e della cultura collettiva, legata all’apparenza, ed al possesso dell’ultimo elettrodomestico, immesso nel mercato, per fare esperienza interiori e di libertà estrema, totalmente fuori delle regole della cultura collettiva occidentale.
Nasce così un interesse per la spiritualità orientale, e per la riscoperta dell’essere, in opposizione all’avere ed all’apparire.
E’ esattamente in questo contesto che nasce il Rebirthing.
Dopo aver seguito varie pratiche e tecniche di respiro, proprio in India, Leonard Orr comprende che liberare il respiro, significava liberare le costrizioni e la repressione, contattando il corpo, le emozioni e tutto il sé, facendone l’esperienza, sentendolo.
Il Rebirthing, inizialmente si praticava solo in acqua, e produceva molti “effetti speciali”, ossia muoveva catarsi pazzesche, che davano forti sensazioni, ma che rendevano complicato riprendere un nuovo equilibrio, o stabilizzare quanto raggiunto, proprio perché il tutto avveniva in maniera troppo forte ed immediata, senza un tempo per metabolizzare i materiali emersi.
Dal Rebirthing al Vivation o Rebirthing integrativo
Dopo Leonard Orr giunsero una serie di suoi allievi a far conoscere il rebirthing, alcuni di essi diedero dei contributi particolari alla tecnica, fra di essi ricordiamo Sondra Ray e Jim Leonard, ma il principale riformatore fu Phil Laut . Il contributo che quest’ultimo diede al Rebirthing, fu quello di sistematizzare la seduta, non lasciando più che il respiro fosse a briglie sciolte completamente, ma dando chiare indicazioni su quale processo poteva portare all’integrazione, elemento da lui inserito e che aveva a che fare con la possibilità di ristabilire un equilibrio a seguito delle sedute, metabolizzando quanto emerso durante la seduta di respiro, che comunque porta a galla moltissimi contenuti repressi, ma che lascia uno spazio alla ricomposizione di un equilibrio.
Va aggiunto, per non trascurare alcun aspetto del contesto storico, che alcuni elementi che accompagnavano il rebirthing, risentivano fortemente del momento storico in senso allargato, se negli anni ’70 di Leonard Orr, era l’asperienza estrema a farla da padrone, negli anni ’80/’90 di Phil Laut, era la ricerca dell’eccellenza, misurata in risultati esteriori ed oggettivamente quantificabili, a dominare.
I grandi maestri della vendita e del “farsi da soli”con volizione e pensiero positivo, spinti alle massime conseguenze,oggi ancora in voga, ma circoscritti a determinate figure professionali, a quel tempo dominavano ed accompagnavano in maniera paradossalmente opposta con la loro idea di fondo che “se vuoi puoi”, un messaggio globale new age secondo cui “credendo nella dimensione energetica ed affidandosi ad una volontà superiore,altra da sé, possono accadere miracoli”.
Insomma per volizione, autoconvinzione e determinazione, o per il fatto di lasciarsi completamente andare aderendo al flusso, ai tempi della new age, si attendeva l’evento straordinario, miracolistico, che portasse grandi cambiamenti nelle vite individuali.Questi erano gli umori con cui un gran movimento di massa si portava verso la ricerca personale.
Non voglio certamente negare l’efficacia di alcuni approcci sopra descritti e l’indiscusso miglioramento apportato a molte vite, ma ritengo che tutto questo abbia fatto il proprio tempo, e vada lasciato nel contesto culturale, storico ed economico in cui nasce, per la complessità dei problemi di oggi, e per la maturità del pensiero e della vibrazione collettiva, è possibile dare risposte più mature alle esigenze di crescita delle persone, senza dimenticare di integrare quanto di meglio viene da quei prolifici anni di ricerca spirituale e personale, che a sua volta integrava parte della ricerca millenaria fatta in oriente.
Oggi uno sguardo più aderente alla realtà, più esistenzialista in senso lato, è possibile come punto di partenza per un processo di rinascita a se stessi e sviluppo dell’eccellenza.
Dal Rebirthing integrativo al Rebirthing dell’Essere
Il tema dell’integrazione è ancora vivo nel mio approccio.
Sono fermamente convinta che far emergere ed asportare come in un intervento chirurgico, ciò che ci disturba, non sia la via del risanamento.
La soluzione per me consiste nel riconoscimento di ciò che c’è, ed il coraggio di accoglierlo nel flusso del respiro, per poi riconciliarsi con esso.
I cambiamenti introdotti dal Rebirthing dell’essere
L’aggiunta del sostantivo Essere, pone l’accento su qualcosa che affonda le radici in saperi antichi di provenienza trasversale, e che riecheggia, sia negli scritti degli illuminati e maestri spirituali dell’oriente, sia nella filosofia occidentale, fine dalle scritture dei suoi padri,ma trova rispondenza anche in molti contemporanei.
Dalla ricerca del che cos’è di Socrate che lo porta a vedere il sostrato autentico sotto le apparenze e le idee collettive, fino all’Esserci di Heidegger, che richiede un’esposizione libera a quanto si presenta alla coscienza, senza preconcetti o riferimenti, ma semplicemente essendoci, in relazione all’elemento che emerge, per arrivare allo stato meditativo degli illuminati che ci esortano ad essere presenti a ciò che c’è senza lasciarci ingaggiare da questo, ma essendo in presenza assoluta, con tutti i sensi alle cose, senza la mediazione della mente che giudica, paragona, immagina, si proietta nel futuro, o proietta nel presente, paure vissute nel passato. Lì,semplicemente presenti, con tutti i sensi ai quali diamo la più completa attenzione, incontrando ogni volta le cose, con la mente del principiante, quella cioè che non ha pregiudizi, preconcetti, riferimenti, ma che è semplicemente e completamente vigile.
La quintessenza del Rebirthing dell’Essere
Ed è esattamente questo ciò che intendo nel rivisitare il Rebirthing.
Rivederlo ponendolo sotto la luce del prendere consapevolezza di chi siamo davvero, e rinascere a questo, permettendo al respiro di essere quello spazio che ci riconnette al corpo, e che ci fa tornare a chi siamo, sentendolo profondamente, non per come ci pensiamo, ma per l’esperienza del sentirci e del sentire la forza della vita che, mediante il respiro, scorre dentro di noi, con la sua potenza vivificante e creativa, e che nel percorso incontra limiti, ostacoli, parti poste sotto la soglia della coscienza, perché giudicate come negative, che lasciamo emergere, alle quali ci esponiamo, dalle quali ci lasciamo colpire, e che semplicemente, riconosciamo, perché è solo dando a tutto ciò che c’è il proprio posto nel tutto che si recupero la libertà di muoversi e manifestarsi nel tutto in maniera completa, libera, infinitamente forte e creativa.
Quando dico tutto ciò che c’è intendo proprio tutto, soprattutto ciò che maggiormente giudichiamo e vorremmo asportare da noi. Quando riconosciamo ad esso un proprio posto, questo cessa di farci male.